"Un mago del suono
un poeta della tastiera"

sabato 21 gennaio, il giovane pianista iraniano Ramin Bahrami, considerato il maggior interprete a livello mondiale della musica di Johann Sebastian Bach.
Un’atmosfera gradevole sottolineata dallo stesso Bahrami che ha espresso il suo grande piacere nell’essere ospite di un Conservatorio tanto prestigioso, e soprattutto una sincera ammirazione per il grande entusiasmo profuso che, ha ribadito più volte nel corso dell’incontro, serve a tener salde l’ispirazione e l’amore per la musica.
Una musica che vede in Bach un autore di assoluta modernità, che possiede con l’Italia una serie di legami stretti e indissolubili. Si può considerare Bach un musicista tanto moderno al punto da esser stato capace di esprimere in maniera compiuta e razionale nella propria musica il concetto di “ democrazia” o globalizzazione che dir si voglia espresso compiutamente in una semplice Fuga a quattro voci, dove ciascuna di esse, pur mantenendo intatta la propria indipendenza, è capace di dialogare con le altre.Un’ammirazione sconfinata, quasi sacra è quella che lega il maestro alla musica di Bach, quando esegue una musica, quella di Bach, che nasce nel silenzio, muore nel silenzio e va oltre i confini del tempo e dello spazio. A suggellare questa idea atemporale della musica bachiana, un’esecuzione di rara perfezione dell’Aria tratta dalle 32 Variazioni Goldberg, che ha visto Bahrami esibirsi al pianoforte per la delizia di tutti i presenti.
La conferenza concerto è proseguita con una discussione sul legame tra Bach e Scarlatti a confronto, scelti dal maestro per rendere omaggio al 150° Anniversario dell’Unità di Italia, sottolineando i punti di incontro ma anche le profonde diversità.
A conclusione dell’incontro Ramin Bahrami ha esortato i giovani musicisti a perseverare con tenacia e costanza, ricordando l’esperienza personale di un giovane esule dalla propria terra che ogni giorno, nella musica di Bach, trova conforto e ispirazione.
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