A proposito di...METRONOMO

Prima del 1816, anno in cui l'Ingegnere Maelzel inventò questo strumento utile per la durata "assoluta" dei suoni, i compositori per designare gli andamenti dei brani  prendevano come riferimento le danze.

Il nome deriva dal greco “metron” misura e “nomos” legge, è costituito da un doppio pendolo con un piombo fisso alla base che assicura l’oscillazione isocrona, ed uno al vertice più piccolo che scorre sull’asta graduata oscillante. Ciascun numero dal Grave 40 al Prestissimo 208 indica una delle parti in cui è scomposto il minuto primo, es.: 60 = 1/60 del minuto primo =  un minuto secondo.


Le oscillazioni possono indicare: l’Unità di Misura, l’Unità di Tempo, l’Unità di suddivisione. 
Ascoltare con attenzione assimilando internamente il movimento esterno, per poter in seguito riprodurlo nella pratica sia in solfeggio ritmico che associato fisicamente allo strumento o voce.
E’consigliabile cominciare ad usare il M. quando si possiede  una leggera conoscenza delle note di almeno 4 battute fermandosi sulla prima nota della quinta. Certamente non immediatamente alla velocità indicata dal brano (se la presenta) ma tre tacche sopra il numero indicato.
Ad es.: il brano porta 100 di velocità di arrivo, a partire dal 76, 84, 92 ripetere almeno 3 volte ogni velocità, ma prima di passare al 100 soffermarsi al 96 per altre 3 ripetizioni.
Espediente: per controllare l’uguaglianza delle semicrome, si può sfilare il peso superiore assegnando una semicroma ad oscillazione.
Nel 1817 Beethoven dedica il canone ostinato dello Scherzo della VIII Sinfonia all'invenzione di Maelzel.
Per calcolare la durata di un brano si procede moltiplicando il numero delle battute per l'Unità di valore indicato dal M. contenuti in una battuta, diviso l'indicazione Metronomica.
Es.: semiminima = 80 in 2/4 per 64 battute totali; 64 X 2 : 80 = 128 : 80 = 1,6 il brano dura circa un minuto e 6 secondi.



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