A me basta un cielo di vetro
o di carta, su cui poggiare il viso
purché sia cielo
e mi basta una secca di rami, non vera
in graffiti, dove fissare, a tempo, il nido di passero
che sono.
Non scorgi azzurri se dimori ombrosi sempreverdi.
Legare, devo, legare i polsi a nuvole
cercando il volo prima che mille cipressi
ardiscano straziarmi, cadermi addosso
come pietre sepolcrali;
immenso è il timore del buio
quella sparsa di nero su orizzonti
indecifrabili.
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